Nel nostro blog parliamo spesso di nuovi prodotti, tecnologie all’avanguardia, soluzioni integrate per la sicurezza. Tutti questi argomenti fanno parte del nostro lavoro quotidiano, per questo motivo a volte ci dimentichiamo che ci sono moltissime persone che, pur sentendo l’esigenza di proteggersi, non hanno la minima idea di come funzioni un impianto antifurto. In conseguenza di ciò, non hanno elementi su cui orientare la propria scelta e spesso non sanno a chi fare riferimento. Oggi ci rivolgiamo proprio a queste persone, descrivendo in modo chiaro e sintetico tutti i componenti, essenziali e non, di un sistema antintrusione.
Impianto antifurto: come funziona
Soluzioni per l’esterno
Per prima cosa, procedendo dall’esterno verso l’interno dell’involucro dell’abitazione, vediamo le diverse soluzioni in commercio. Per proteggere i confini di una proprietà, sia essa una residenza o un’azienda, esistono sostanzialmente due sistemi. Il primo si basa sull’utilizzo di barriere a infrarossi o a microonde che, posizionati ai vertici del perimetro, creano delle superfici senza “zone d’ombra” che rilevano eventuali intrusi. Il secondo invece prevede la posa lungo il limite esterno di un cavo interrato che, grazie alla tecnologia a radiofrequenza, genera un campo elettromagnetico. Se un soggetto entra in quest’area ne modifica il campo elettromagnetico, facendo attivare l’allarme.
Per mettere in sicurezza superfici esterne più estese, siano esse pavimentate o ricoperte da manto erboso si può utilizzare un sistema a sensori interrati. Questi, messi in opera fra l’impermeabilizzazione e il pavimento, se calpestati, rilevano la pressione (opportunamente settata per escludere foglie, rami o piccoli animali) e fanno partire una notifica. Se volete maggiori dettagli sulle tecnologie appena descritte potete leggere il post “Sistemi antifurto per esterni: tutto quello che c’è da sapere”, dove ne abbiamo parlato estesamente.
Soluzioni per l’interno
Procediamo ora verso le mura perimetrali dell’edificio. Le finestre sono senza dubbio gli elementi più vulnerabili dell’involucro. Per proteggerle esistono diverse soluzioni. La prima è costituita da contatti magnetici che, applicati sull’infisso, ne registrano i tentativi di scasso. La seconda prevede l’utilizzo di sensori a tenda che, posizionati al centro dell’imbotte, generano una superficie che, se attraversata, fa scattare l’allarme. Infine, le barriere a infrarossi o a microonde, posizionate verticalmente ai lati delle finestre, possono essere impiegate anche a protezione dell’involucro dell’abitazione. Oltre a monitorare le aperture, per un ulteriore livello di protezione, sugli spigoli delle pareti perimetrali possono essere installati dei sensori volumetrici che generano dei campi tridimensionali che rilevano l’attraversamento illecito.
Una volta all’interno dell’edificio, entrano in azione i sensori volumetrici interni che proteggono gli ambienti in modo efficace ed esteso. In caso di particolari esigenze di sicurezza esistono inoltre apparecchiature sofisticate come i sistemi a nebbiogeno o a fumogeno che, nel caso in cui non sia stato possibile bloccare l’intruso, si attivano per ostacolare il furto. Essi infatti sono collegati all’impianto di allarme e, in caso di segnalazione, rilasciano un fumo denso nella stanza che toglie visibilità al malintenzionato, impedendone le attività. La differenza fra fumogeno e nebbiogeno sta essenzialmente nella natura del fumo che viene emesso che nel primo caso è originato da una combustione, mentre nel secondo è il risultato della vaporizzazione di un liquido specifico.
Apparecchiature di controllo e gestione
Oltre a sensori e rilevatori di vario genere, a completamento di un impianto ci sono gli apparati di controllo e gestione, cioè la centrale antifurto e la relativa tastiera. I due strumenti sono solitamente collocati in zone diverse dell’abitazione: la centrale dovrebbe possibilmente essere installata in una posizione nascosta, per evitare manomissioni, mentre la tastiera di solito si trova all’ingresso. Oltre che dalla tastiera, quasi tutti i moderni sistemi antintrusione possono essere gestiti dai dispositivi smart semplicemente dotandosi di una scheda GSM o di una connessione LAN. Infine non possono mancare le sirene acustiche che emettono l’allarme, generalmente due, una all’esterno e una all’interno dell’edificio.
In alternativa o a supporto delle soluzioni fin qui descritte, si può prevedere un sistema di videosorveglianza con telecamere ottiche o termiche che, associato ad un software di videoanalisi, può rilevare le intrusioni con estrema precisione e far scattare l’allarme. Alla segnalazione si aggiunge inoltre il vantaggio della visione in tempo reale dell’evento.
Impianto antifurto: quale scegliere
Ora che abbiamo descritto quali sono e come funzionano tutti i componenti essenziali ed accessori di un impianto antifurto, vediamo quale scegliere. Per prima cosa è fondamentale svolgere un’attenta analisi del proprio immobile, valutandone posizione, ampiezza, spazi accessori ed eventuali “punti deboli”. In secondo luogo è necessario valutare le proprie personali esigenze di protezione: oltre alla ovvia salvaguardia delle persone e delle cose, potrebbero esserci particolari beni da proteggere, come preziosi, opere d’arte o macchine di lusso. Infine, anche il budget avrà il suo peso nella scelta, indirizzandoci verso una soluzione piuttosto che un’altra.
Qualunque sia la vostra esigenza di protezione, è fondamentale fare le scelte giuste ed affidarsi a professionisti del settore che sappiano seguirvi sia in fase di progettazione e realizzazione che in fase di assistenza post-vendita. Come abbiamo ripetuto spesso, anche il miglior sistema antifurto senza una continua e corretta manutenzione può rivelarsi inefficace. E’ per questo motivo che è bene rivolgersi ad installatori qualificati che possano seguirvi nel tempo.