Il costante avanzamento tecnologico degli ultimi decenni ha reso possibili, in tutti i campi, cose che solo 20 anni fa non riuscivamo neanche a immaginare. Riguardare oggi i film di spionaggio o di fantascienza degli anni ’90 ci fa sorridere, perché le invenzioni avveniristiche che all’epoca sembravano impossibili, ora appaiono superate e a volte ridicole. Le microtecnologie, in particolare, hanno avuto grande diffusione e applicazione in svariati ambiti della vita quotidiana.
In campo investigativo, l’utilizzo di telecamere nascoste, occultabili grazie alle piccole dimensioni, ha permesso di cogliere in flagrante e punire atti criminosi. Fra i reati più odiosi e difficili da far emergere vi sono quelli rivolti alle categorie fragili, di cui abbiamo parlato nel post “Videosorveglianza negli asili: dalla cronaca alla proposta di legge”.
In conclusione, non si possono che apprezzare i risvolti positivi di tali innovazioni.
Il problema sussiste quando esse vengono adoperate per scopi illeciti, come alcuni recenti casi di cronaca testimoniano.
Telecamere nascoste: alcuni fatti di cronaca
Il primo esempio di utilizzo illegale di microcamere spia è quello dell’ospedale San Giovanni di Empoli. Qui, in uno dei locali doccia di uno spogliatoio femminile, un’infermiera ha scoperto una piccolissima telecamera, inserita sotto il miscelatore dell’acqua. L’apparecchio era connesso ad un cavo di rete nel muro collegato ad un monitor, poi ritrovato in un locale attiguo. Le autorità, che hanno avviato un’inchiesta, ritengono che possano essere state spiate un centinaio di donne, tutte dipendenti dell’ospedale.
Il secondo caso è quello di un 53enne, gestore di una casa vacanze nel quartiere Castello di Cagliari, che spiava i suoi ospiti con una microcamera nascosta in una presa elettrica. L’uomo, poteva vedere le immagini in diretta tramite un’applicazione per smartphone oppure registrarle sul proprio computer per visionarle successivamente. Scattata la denuncia da parte di una turista lituana, la polizia, nel corso di una perquisizione, ha ritrovato sia il dispositivo spia che il pc, contenente video e foto di altre donne ospitate nella casa vacanza.
Senza entrare nel merito della natura spiacevole e meschina di questi reati, bisogna prendere atto della loro diffusione e aumentare il livello di attenzione per non incorrere in simili violazioni della privacy.
Come difendere la propria privacy in vacanza
É tempo di vacanze e molti trascorreranno le ferie alloggiando in strutture turistiche di vario genere. Per tutelare la propria intimità si possono adottare alcuni accorgimenti.
Per prima cosa si devono chiudere persiane o scuri e spegnere le luci per oscurare l’ambiente. Quindi si può procedere accendendo torcia e videocamera dello smartphone e indirizzandoli in tutti i posti che potrebbero nascondere una microcamera. Se si incrociasse la lente della videocamera con il fascio di luce, si dovrebbe vedere riflesso un bagliore proveniente proprio dal dispositivo spia, cosa che confermerà di essere osservati.
Un altro accorgimento è quello di controllare le reti wi-fi disponibili ed eventualmente segnalare quelle sospette al gestore della struttura. Infatti, la maggior parte delle webcam sono senza fili e collegate proprio ad una rete wi-fi. Vi sono, peraltro, diverse applicazioni gratuite per smartphone, come Hidden Camera Detector o Glint Finder, che consentono di trovare lenti nascoste o collegamenti senza fili ambigui.
Infine, per i veri cultori della privacy, in commercio esiste un dispositivo in grado di rilevare telecamere nascoste nel raggio di 5 metri. Disponibile on-line ad un prezzo contenuto, tale rilevatore di telecamere è dotato di uno scanner a infrarossi che lampeggia nel caso in cui vi sia un apparecchio spia.