La videosorveglianza è probabilmente l’argomento più discusso nel nostro blog. Il motivo è facilmente identificabile: in primo luogo, è uno dei comparti della Sicurezza a subire trasformazioni più significative e repentine in conseguenza del costante avanzamento tecnologico. In secondo luogo, le numerose implicazioni con la privacy ne hanno fatto un tema controverso, in ambiti anche molto diversi fra loro.
Oggi affrontiamo nuovamente l’argomento e, con un deciso cambio di prospettiva, parliamo di videosorveglianza e tutela ambientale. Se è vero che l’enorme diffusione di telecamere, in ambito privato e pubblico, ha generato non poche perplessità circa la libertà dell’individuo e il suo controllo generalizzato, dall’altro esistono anche applicazioni virtuose. Una di queste è sicuramente l’utilizzo dei “Sistemi di videosorveglianza per la lotta agli incendi” che ogni anno flagellano il nostro Paese e molte altre zone del Globo. Fra gli impieghi più recenti vi è la salvaguardia del mondo animale, la cui importanza strategica per il benessere del Pianeta è sempre più chiara.
Videosorveglianza e tutela ambientale: le tartarughe marine di Lampedusa
A Lampedusa esiste un Centro Soccorso per le tartarughe marine. La struttura accoglie ogni anno circa un centinaio di esemplari, con problematiche più o meno gravi, quasi tutte causate da attività antropiche come la pesca, l’uso di natanti a motore o il rilascio di plastica in mare. Recuperate grazie alla collaborazione di pescatori e Forze dell’Ordine, vengono portate nel Centro per essere curate e poi rimesse in libertà. Nel periodo della convalescenza è fondamentale monitorare costantemente le tartarughe al fine di valutarne lo stato di salute e i progressi.
É qui che entra in gioco Hikvision. L’azienda, infatti, è dedita già da anni alla tutela di specie a rischio fra cui le oche indiane, il cui habitat naturale ad alta quota, in Cina, è monitorato da telecamere del colosso cinese. La divisione italiana, in coerenza con tale attitudine, ha deciso di donare un sistema di videosorveglianza al Centro di Lampedusa. Oltre al monitoraggio continuo delle tartarughe in vasca, i filmati registrati possono essere successivamente analizzati da studiosi universitari per comprendere meglio questa specie a rischio estinzione ed elaborare strategie mirate alla loro salvaguardia.
Il caso dell’Area di Riequilibrio Ecologico di Crevalcore
Il secondo esempio del binomio videosorveglianza e tutela ambientale è quella dell’Area di Riequilibrio Ecologico di Crevalcore, in provincia di Bologna. Tale area rappresenta un ecosistema preziosissimo per l’avifauna, grazie agli ambienti umidi che si sono ricreati nelle vasche di decantazione dell’ex-zuccherificio qui ubicato e alle circostanti aree a bosco. Il sito accoglie, oltre a numerose specie importanti per la biodiversità, una comunità di cicogne che nidifica qui da anni. Ritenendo fondamentale la conservazione e la tutela di questi uccelli, già da tempo era stata adottata una soluzione video per monitorare l’area.
Per questioni di obsolescenza, la soluzione tecnica era stata poi dismessa e recentemente sostituita da una nuova telecamera per il controllo remoto delle cicogne. L’operatore incaricato ha installato un dispositivo Hikvison che offre prestazioni più avanzate rispetto al sistema precedente. Tra queste, stessa risoluzione, ma maggior compressione video, maggiore sensibilità al buio e potenza di illuminazione, zoom ottico e digitale più performanti e possibilità di movimento completo lungo gli assi orizzontale e verticale. Inoltre, la nuova telecamera può essere facilmente settata da remoto grazie ad un’App intuitiva e dotata di cloud.
Queste due soluzioni ci ricordano che i sistemi di videosorveglianza non rappresentano, di per se stessi, un pericolo. Se è ovvio che l’utilizzo di telecamere per attuare un controllo senza regole degli individui sia assolutamente esecrabile, è altrettanto ovvio che lo stesso può rappresentare uno strumento prezioso in molte altre applicazioni, come nel caso della tutela della tutela ambientale.