Siamo giunti alla fine dell’anno scolastico e, come sempre, oltre al giubilo di studenti e professori, è arrivato anche il momento dei bilanci, sia sull’andamento didattico che, più in generale, sulle dinamiche istituzionali. Fra queste, da qualche anno, sono entrate a pieno titolo le tematiche connesse al trattamento dei dati personali. Dalla diffusione del registro elettronico all’utilizzo degli smartphone in classe, dalle foto scattate in occasione di recite o gite, alla pubblicazione degli scrutini e delle graduatorie di docenti e personale ATA, per arrivare fino alla videosorveglianza nelle scuole, gli istituti si trovano oggi a gestire un’ampia e variegata quantità di dati personali.

Proprio allo scopo di offrire un valido strumento interpretativo a famiglie, studenti, docenti e personale scolastico, Il Garante ha da poco aggiornato il vademecum “La scuola a prova di privacy”. Il documento arricchisce la versione precedente, risalente al 2016, con una serie di contenuti di più recente affermazione e la allinea con i principi contenuti nel GDPR.

Temi principali del vademecum

I capitoli principali del documento sono 5 ed individuano altrettante aree tematiche:

  1. Regole generali;
  2. Vita dello studente;
  3. Mondo connesso e nuove tecnologie;
  4. Pubblicazione online;
  5. Videosorveglianza e altri casi.

Nella prima parte, vengono enunciati i principi generali del trattamento, come l’obbligo di trasparenza, il diritto di accesso ai dati e il divieto di comunicazione a terzi e di circolazione fra colleghi delle informazioni. Vengono inoltre elencate alcune categorie particolari di dati relative ad alunni e insegnanti.
Nella seconda sezione, si affronta la questione dei temi svolti dagli studenti che riportino episodi di vita personale e familiare e della loro eventuale lettura in classe, alla quale si deve procedere con molta cautela.
Altra questione rilevante è quella dei voti, degli esiti degli esami e, in più generali, di tutte le comunicazioni scolastiche.

Il terzo capitolo tratta il tema scottante dei nuovi fenomeni di rischio legati all’utilizzo sempre più preponderante delle tecnologie digitali: dal cyberbullismo al sexting e al revenge porn. Esso contiene, inoltre, suggerimenti utili ai genitori per conquistare maggior consapevolezza rispetto alla pratica dello sharenting, ovvero la condivisione costante sui social media di contenuti relativi ai propri figli. Infine, vi sono una serie di indicazione sui nuovi strumenti quali registro elettronico e didattica a distanza.

La quarta sezione, relativa alla pubblicazione online, contiene indicazioni su come condividere su internet atti e documenti, necessari allo svolgimento delle attività didattiche, senza ledere il diritto alla privacy degli utenti.

Videosorveglianza nelle scuole

videosorveglianza nelle scuole

Il tema della videosorveglianza, com’è facilmente intuibile, rappresenta uno dei nodi cruciali della questione scuola e privacy. Infatti, se normalmente l’utilizzo di telecamere per il monitoraggio di luoghi e individui necessita di particolari accortezze per la tutela dei dati personali, ciò avviene ancor di più nel caso in cui le riprese coinvolgano minori o soggetti tutelati.
Per installare un impianto di videosorveglianza negli istituti scolastici, innanzitutto deve sussistere l’imprescindibile necessità di tutelare l’edificio e i beni in esso contenuti. Fatta salva tale imprescindibile condizione, è necessario che il sistema non interferisca col normale svolgimento della vita quotidiana degli studenti e dunque esso dovrà essere attivato solo al termine delle attività curricolari ed extracurricolari.

Come in tutti gli altri contesti, anche nelle scuole, la presenza di telecamere deve essere opportunamente segnalata da appositi cartelli, visibili anche di notte, nel caso in cui i dispositivi siano attivi anche in quella fascia oraria.

Infine, le considerazioni suddette valgono anche per gli asili nido e le scuole materne, contesti estremamente sensibili, per i quali già in passato si era scatenato un acceso dibattito riportato nel post “Videosorveglianza negli asili: dalla cronaca alla proposta di legge”.

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