Nel mondo della Sicurezza si usa spesso il binomio Safety e Security, ma per i non addetti ai lavori la differenza fra i due termini non è sempre chiara. A volte essi vengono impropriamente utilizzati come sinonimi, sebbene abbiano significati complementari rispetto al concetto di Protezione.
Vediamone dunque la diversa accezione:

  • con Safety si intende l’insieme delle misure finalizzate a proteggere la proprietà e le persone da atti criminali, come furti o aggressioni;
  • la Security comprende tutte le strategie necessarie a proteggere la proprietà e le persone da eventuali malattie, incidenti e disastri naturali.

In sostanza, la linea di demarcazione è rappresentata dall’intenzione.
Laddove vi è un intento deliberatamente nocivo, che sia premeditato o meno, entra in campo la Security, il cui scopo è la prevenzione e il contrasto di atti dannosi. Fra tali atti, a titolo di esempio, vi sono furti, sabotaggi di apparecchiature, atti di vandalismo, incendi dolosi o aggressioni alla persona.
La Safety, invece, ha a che fare con rischi accidentali – di origine non volontaria – che possono arrecare danni a cose o persone, come incendi, eventi climatici estremi o infortuni sul lavoro.

Safety e Security: esiste una regolamentazione?

Safety e Security non sono soggette alle stesse regole. Innanzitutto, è necessario fare una distinzione fra ambito domestico e pubblico. Nel primo caso non esiste una regolamentazione specifica per la protezione da atti criminosi o rischi accidentali. L’iniziativa è lasciata al singolo che può fare riferimento alla normativa esistente, ma senza alcun obbligo, se non quello di utilizzare dispositivi certificati.
Nel caso di luoghi pubblici, aziende o edifici di grandi dimensioni, la Safety è disciplinata da una serie di leggi che sanciscono l’obbligo di determinate azioni di tutela. Al contrario, la Security non è regolata da nessuna norma.

In ambito aziendale, però, come stabilito da una sentenza di qualche anno fa, il datore di lavoro ha l’obbligo di tutelare la sicurezza dei propri lavoratori – ovunque essi operino – e non viene fatta alcuna distinzione tra safety e security. L’approccio più corretto risulta quindi essere quello di perseguire una protezione a tutto tondo che contempli soluzioni preventive, a prescindere dalla natura del rischio.

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