Il fuoco rappresenta probabilmente una delle più grandi scoperte della storia dell’uomo, che ne ha cambiato completamente le sorti. Per centinaia di migliaia di anni, esso ha offerto cibo sicuro, riparo dai predatori, tepore e luce al genere umano, suscitando per questo ancora oggi una fascinazione primordiale su molti di noi. Insieme a questo sentimento di attrazione, abbiamo imparato a provare anche un timore reverenziale nei suoi confronti, sperimentando nei secoli, il potere di devastazione degli incendi.
Oggi il nostro livello di conoscenza e competenza in materia di prevenzione e protezione antincendio è senza dubbio molto approfondito, eppure il fuoco rappresenta ancora un pericolo primario. Tutti ne immaginiamo gli effetti dannosi, ma non molti ne conoscono le cause e i processi di attivazione. Una maggiore consapevolezza, non solo degli addetti ai lavori, può essere molto vantaggiosa nel prevenire e contenere lo sviluppo di focolai.
Il triangolo del fuoco ovvero le condizioni alla base di una combustione
Il triangolo del fuoco è la rappresentazione simbolica delle condizioni necessarie a scatenare una combustione. Gli elementi che lo compongono, che devono ovviamente essere contemporaneamente presenti, sono tre: combustibile, comburente ed energia di attivazione.
Il combustibile è la sostanza che reagisce col comburente, dando luogo ad un processo chimico che, in genere, produce calore e luce. I combustibili possono trovarsi allo stato solido, come il legno, allo stato liquido, come la benzina o allo stato gassoso, come un qualunque gas infiammabile. La combustione con fiamma avviene solo per combinazione di sostanze allo stato gassoso, ma i liquidi e i solidi sono ugualmente pericolosi perché emettono vapori se sottoposti a riscaldamento.
Il comburente è la sostanza che si combina chimicamente con i combustibili, dando luogo al fenomeno della combustione. Il comburente per eccellenza è l’ossigeno, ma ne esistono altri, come il cloro, che possono innescare gli stessi fenomeni.
La sola presenza di un combustibile e di un comburente, però, non basta a scatenare incendi. É necessario un innesco che fornisca la cosiddetta energia di attivazione che rappresenta il terzo lato del triangolo e che normalmente si presenta sotto forma di calore. A volte, anche la compresenza di questi tre elementi non è una condizione sufficiente a generare la combustione, ma possono essere necessarie altre circostanze favorevoli, come la corretta proporzione tra combustibile e comburente o un certo livello di energia dato dall’innesco.
Sorgenti di innesco degli incendi e potenza termica
Alcune delle sorgenti di innesco con cui un combustibile può entrare a contatto, in presenza di ossigeno, possono essere una scintilla, una fiammella, un arco elettrico o fenomeni di attrito. Esiste, inoltre, la possibilità che si generi una combustione anche in assenza di sorgente esterna di attivazione, come nel caso dell’autocombustione che può verificarsi a seguito di reazioni biochimiche o fermentazioni.
Un parametro fondamentale delle sorgenti di innesco è la loro potenza termica, cioè la quantità di calore, espressa in Watt, per unità di tempo che la sorgente è in grado di trasferire al combustibile. Maggiori sono i valori della potenza termica e più alto è il rischio di incendi.
Principi generali di prevenzione incendi
Da quanto detto finora, emerge chiaramente che, accanto ad una corretta pianificazione delle attività e realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati, vi sono dei principi generali che possono concorrere a difenderci dal pericolo di fuochi incontrollati.
Innanzitutto, dalla rappresentazione del triangolo del fuoco si evince che la prevenzione e l’estinzione delle fiamme si basa essenzialmente sull’eliminazione di almeno uno dei tre elementi che lo compongono. Di conseguenza, è fondamentale limitare la presenza di combustibili e di sorgenti di innesco.
Per quanto riguarda queste ultime, non potendole eliminare del tutto, si deve lavorare per abbattere la loro potenza termica, prediligendo l’utilizzo di materiali ignifughi, anche laddove non sono obbligatori per legge.
Infine, le cause di un incendio non dipendono soltanto dai combustibili e dai meccanismi di attivazione, ma anche da fattori organizzativi delle attività e comportamentali degli occupanti. Gli ambienti in cui vengono adottate misure e comportamenti atti a ridurre il rischio di focolai, sono normalmente considerati più sicuri di altri, a parità di combustibili presenti o di pericolosità delle funzioni svolte.