Nella nostra attività lavorativa trattiamo abitualmente sistemi di videosorveglianza professionali. Con obiettivi diversi – antintrusione, antincendio, sicurezza di cose e persone – progettiamo, installiamo e manuteniamo apparati più o meno complessi. Per farlo utilizziamo dispositivi di ultima generazione.
Oltre alla parte tecnica, avvalendoci di consulenti specializzati, curiamo anche gli aspetti legati alla conformità degli impianti al Regolamento Europeo per la Privacy.
Siamo ben consapevoli, però, che esiste un mercato molto florido delle telecamere fai da te. Portali di e-commerce, rivenditori all’ingrosso di materiali da costruzione, ma anche piccoli distributori, commercializzano una grande quantità di dispositivi per la videosorveglianza. Tali dispositivi promettono elevate prestazioni unite alla semplicità installativa, il tutto a prezzi competitivi.
É comprensibile come questo tipo di soluzioni risultino molto adatte e vantaggiose per alcune applicazioni, come, ad esempio, il controllo di animali domestici o il monitoraggio di anziani. Ben diverso è il caso di soluzioni per la sorveglianza di aree all’esterno di una proprietà privata, passibili di essere attraversate da estranei. In queste circostanze, diventa fondamentale gestire correttamente gli aspetti legati alla privacy per non incorrere in sanzioni.
Sanzioni al commerciante per mancata conformità al GDPR
Particolarmente significativo è il recente caso di un commerciante che aveva posizionato una telecamera brandeggiante sui muri esterni della propria attività. Non essendo competente in materia di videosorveglianza e privacy, l’esercente non si era premurato di verificare il cono di ripresa e di affiggere i cartelli informativi. Un cittadino ha quindi segnalato all’Authority la presenza del dispositivo all’angolo dell’edificio. L’apparecchio, infatti, non si limitava ad inquadrare la pubblica via, ma anche gli ingressi dell’abitazione del ricorrente, riprendendone ogni spostamento. Di conseguenza, si è attivata una procedura di verifica che, a seguito dell’ispezione da parte della Guardia di Finanza, ha portato ad una sanzione.
Il Garante Privacy, svolta l’attività istruttoria, ha rilevato che il trattamento dei dati personali risultava effettuato “in violazione dei principi generali in materia di protezione dei dati personali di cui all’art. 5, par. 1, lett. a) e c) e in assenza di idonea informativa, non osservando quanto stabilito dall’art. 13 del Regolamento”.
Con Ordinanza di ingiunzione del 28/07/2022, l’Autorità ha intimato, quindi, al commerciante di rendere conformi i trattamenti effettuati attraverso il sistema di videosorveglianza, provvedendo a:
- “fornire l’informativa agli interessati, mediante l’apposizione di idonei cartelli che avvisino gli stessi della presenza del sistema di videosorveglianza”;
- “circoscrivere la ripresa delle telecamere alle sole aree di stretta pertinenza (…) evitando, per quanto possibile, la ripresa di luoghi circostanti e di particolari non rilevanti per la tutela dell’interesse legittimo del titolare del trattamento”.
In aggiunta il Garante ha stabilito una sanzione pecuniaria nella misura di 2.000 euro per la violazione degli artt. 5, par. 1, lett. a) e c) e 13 del Regolamento.
I limiti delle telecamere fai da te
É evidente, dunque, che le telecamere fai da te dovrebbero avere un ambito di applicazione limitato. All’interno delle mura della propria abitazione possono rappresentare uno strumento utile, ma, anche in questo caso, è bene tenere presente le indicazioni contenute nell’infografica del Garante Privacy. In tutti quei contesti in cui i dispositivi di videosorveglianza potrebbero riprendere proprietà altrui o registrare impropriamente attività di ignari passanti, sarebbe bene rivolgersi a dei professionisti. Questi, oltre a garantire una corretta installazione e un adeguato servizio post-vendita, sono in grado di gestire correttamente tutti gli aspetti legati al rispetto della privacy, evitando così di incorrere in costose sanzioni.