Il Controllo Accessi è un sistema di sicurezza che, tramite l’utilizzo di dispositivi elettronici, posizionati in prossimità delle porte o dei varchi, registra e gestisce gli accessi, abilitando o meno al passaggio i diversi soggetti. Il suo scopo principale non è semplicemente quello di monitorare i movimenti dall’esterno all’interno per evitare intrusioni illecite, ma anche quello di regolare il flusso di persone e automezzi dentro il perimetro aziendale.
In particolare, i varchi veicolari rappresentano dei punti nevralgici poiché prevedono il passaggio contemporaneo di persone, mezzi e merci. Normalmente, le procedure di autorizzazione prevedono come prima operazione il riconoscimento automatico dell’automezzo e la verifica dei diritti di accesso. Questi possono essere basati su una logica temporale (ingresso consentito in determinate fasce orarie) o spaziale (transito abilitato solo attraverso alcuni passi carrabili e/o in un determinato verso). Nei sistemi più avanzati, insieme al veicolo, possono essere identificati anche il guidatore e le altre persone a bordo.
Modalità di riconoscimento in prossimità dei varchi veicolari
Il mercato AVI (Automatic Vehicle Identification) offre principalmente due modalità di riconoscimento. La prima (riconoscimento indiretto) attua l’identificazione del conducente tramite l’utilizzo di dispositivi mobili che sfruttano due tecnologie: la comunicazione di prossimità, nota come NFC (Near Field Communication) o la connessione Bluetooth. I dispositivi mobili, tutti in possesso del guidatore, possono essere i più disparati: badge formato carta di credito (ottico, magnetico, RFId), ticket QR Code, transponder (ciondolo, porta-chiavi, braccialetto) oppure smartphone. Il conducente, arrivato in prossimità del varco, avvicina l’apparecchio di cui è dotato al lettore, normalmente posto su una colonnina lato guida. A questo punto, se autorizzato, attende il sollevamento della sbarra o l’apertura del cancello ed entra o esce dall’area riservata.
Ci sono, inoltre, soluzioni che, grazie all’utilizzo di uno smartphone in connessione Bluetooth o di un radiocomando codificato, leggono le credenziali di accesso automaticamente, anche a distanza di qualche metro.
La seconda modalità (riconoscimento diretto) prevede l’identificazione del veicolo attraverso un dispositivo applicato alla carrozzeria, quasi sempre la targa o un transponder, cioè una specie di piccolo Telepass applicato al paraurti anteriore o all’interno del parabrezza. In questo caso il lettore, anche a breve distanza, acquisisce la targa o il segnale del transponder, verifica il corrispondente codice identificativo e lo trasmette al Controller che gestisce gli accessi.
Vantaggi e limiti delle diverse modalità di riconoscimento
Le soluzioni che utilizzano il riconoscimento indiretto, se da un lato hanno il vantaggio di essere economiche, dall’altro hanno il grosso limite di identificare il dispositivo, ma non il veicolo e tantomeno eventuali altre persone a bordo. Tale limite può rappresentare un problema quando si movimentano animali, merci ingombranti o pericolose o quando si gestisce l’accesso a siti sensibili, con particolari esigenze di sicurezza.
Di contro, il riconoscimento diretto offre il vantaggio dell’identificazione univoca del mezzo e la comodità d’uso, ma comporta costi elevati, nonché una progettazione e una messa a punto impegnative. Inoltre, la lettura delle targhe può essere influenzata da condizioni climatiche avverse o dallo stato di pulizia del veicolo mentre il transponder può risentire della presenza di forti campi elettromagnetici.