L’installazione di impianti privati di videosorveglianza è una pratica ormai molto comune che finisce frequentemente nel mirino del Garante Privacy. Se da una parte, infatti, la norma stabilisce che le riprese effettuate esclusivamente in ambito domestico non rientrano nel campo di applicazione del GDPR, dall’altro non è infrequente che telecamere private inquadrino spazi pubblici. In questi casi, il trattamento di dati diventa automaticamente soggetto al Regolamento.

Un caso analogo è stato oggetto di un recente provvedimento, nel quale il Garante specifica chiaramente le condizioni legittimanti.
La vicenda in questione riguarda l’installazione, da parte di un privato, di quattro telecamere allo scopo di monitorare non solo la propria abitazione e le aree di pertinenza, ma anche parte della strada pubblica prospiciente. Il vicino, però, si è opposto a tale installazione, ritenendola lesiva del proprio diritto alla privacy.

Come abbiamo anticipato sopra, il caso in esame è soggetto all’applicazione del GDPR. Il provvedimento del Garante, facendo riferimento alle Linee Guida 3/2019 evidenzia come, in presenza di un rischio effettivo e documentato, è possibile estendere la videosorveglianza privata a spazi pubblici. Di contro, le riprese devono rispettare il principio di minimizzazione e dunque essere giustificate, proporzionate e limitate a quanto necessario per garantire la sicurezza.

Telecamere private che inquadrano spazi pubblici: la posizione del Garante

Nel caso specifico, le telecamere erano state installate dopo una serie di atti vandalici e minacce, tutto documentato da denunce, ai danni della madre del proprietario dell’abitazione. Conseguentemente, è stata ritenuta valida la base giuridica della tutela del patrimonio e dell’incolumità delle persone e quindi lecita la ripresa parziale della strada pubblica adiacente all’area privata.
Nonostante questa conclusione, il Garante ha comunque comminato una sanzione al titolare del trattamento per aver conservato le immagini oltre termini i previsti dal GDPR, violando così il principio della limitazione della conservazione.

In conclusione, si possono installare telecamere private che inquadrano spazi pubblici, ma solo in presenza di un rischio reale e documentato, penalmente rilevante e denunciato in precedenza alle forze dell’ordine.
Nonostante questa rilevante legittimazione, per il titolare del trattamento, però, resta fermo l’obbligo di rispettare i principi di proporzionalità e minimizzazione, limitando le riprese alle sole finalità di sicurezza e la loro conservazione per il tempo strettamente necessario.

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