In questo blog, abbiamo già parlato di sistemi antincendio attivi e passivi, spiegando cosa sono e in cosa differiscono. Abbiamo poi approfondito l’argomento con un articolo sull’importanza della compartimentazione.
Oggi esaminiamo ulteriormente il tema, evidenziando quanto sia determinante la protezione passiva degli impianti elettrici e meccanici.
Misure di protezione passiva
Come già chiarito in passato, la protezione passiva non ha bisogno che vi sia una segnalazione d’allarme per attivarsi, ma è sempre operativa a prescindere dall’effettiva presenza di un incendio. Inoltre, non necessita dell’intervento dell’uomo o di un impianto per funzionare, ma si basa sostanzialmente su caratteristiche intrinseche dei materiali e delle strutture. Il suo scopo principale è quello di evitare la propagazione delle fiamme.
Ricordiamo che fra le misure di protezione passiva vi sono:
- Resistenza al fuoco, ossia la capacità di un elemento, sottoposto alle fiamme, di conservare le proprie caratteristiche di stabilità e/o isolamento termico, per un certo periodo di tempo;
- Reazione al fuoco, cioè la partecipazione dei materiali combustibili al fuoco;
- Compartimentazione, ovvero la realizzazione all’interno dell’edificio di aree “stagne”, separate da partizioni resistenti in vario modo agli effetti dell’incendio;
- Esodo, ossia il sistema di percorsi, varchi e segnali che, in caso di pericolo, consentono una fuga sicura ed organizzata delle persone all’interno dell’edificio.
L’importanza della protezione passiva degli impianti
Quando facciamo riferimento ai sistemi antincendio di grandi edifici, come aziende, ospedali o stabilimenti, viene quasi istintivo pensare ad estintori, idranti e scale di sicurezza. Tendiamo, però, a sottovalutare il ruolo degli impianti in questi grandi edifici. Le strutture a carattere industriale o terziario, infatti, sono normalmente dotate di apparati elettrici e meccanici che le attraversano in tutta la loro estensione. Tali apparati, fatti di cavi e tubi, creano una sorta di via preferenziale per le fiamme e quindi, se non opportunamente trattati, possono contribuire a diffondere le fiamme ancor più rapidamente.
É per questo motivo che la protezione passiva degli impianti è di fondamentale importanza e va perseguita sfruttando l’isolamento termico, l’uso di materiali resistenti al fuoco, la compartimentazione degli spazi ed un’apposita progettazione strutturale.
Soluzioni per gli impianti elettrici e meccanici
Nei sistemi elettrici la protezione passiva si può ricercare in primo luogo tramite l’isolamento termico dei cavi elettrici che ne previene il surriscaldamento e impedisce una rapida propagazione delle fiamme. A questo scopo vengono impiegati materiali ignifughi che possano garantire l’integrità strutturale e funzionale dei componenti di tali impianti.
Un’altra soluzione fondamentale consiste nel realizzare un’adeguata compartimentazione degli impianti elettrici, tramite barriere antifuoco e vani strutturali resistenti al calore. Questi rimedi possono ostacolare o ritardare la diffusione delle fiamme da una parte all’altra dell’edificio, concorrendo a limitare i danni a cose e persone.
Anche nel caso degli impianti meccanici la compartimentazione è fondamentale per evitare che il fuoco si diffonda attraverso i condotti di ventilazione e condizionamento dell’aria. Inoltre l’uso di materiali resistenti al fuoco per realizzare tubature e componenti critici può prevenirne la fusione in caso di incendio e quindi conservarne più a lungo la funzionalità.
Risulta evidente che la protezione passiva sia fondamentale per la sicurezza antincendio in generale e per quella degli impianti elettrici e meccanici in particolare. Tuttavia è necessario che le misure suddette siano previste e integrate nell’edificio fin dalla fase di progettazione e che successivamente vengano costantemente monitorate e manutenute.