La sicurezza urbana è uno degli argomenti più discussi degli ultimi anni. Continuamente riportato alla ribalta dai fatti di cronaca e dibattuto in ambito politico, il tema è davvero complesso. Seppure in modo parziale, ne abbiamo già parlato nel post “Sorveglianza cittadina e privacy: gli ultimi orientamenti“, ma oggi lo affrontiamo in modo più organico, alla luce dei nuovi apporti normativi.
Il 26 luglio 2018 si è svolta la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, durante la quale, in conformità con l’art.5 del Decreto Legge 14/2017, sono state approvate le linee guida per l’attuazione della sicurezza urbana. Il decreto, riportante “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città”, stabilisce infatti che “[…] con appositi patti sottoscritti tra il Prefetto e il Sindaco, nel rispetto delle linee guida adottate, su proposta del Ministro dell’Interno, con accordo sancito in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali, possono essere individuati, […], interventi per la sicurezza urbana“. Tali interventi si sono resi necessari e urgenti a fronte della sempre più incalzante richiesta di protezione e tutela da parte della collettività.
Il Decreto Legge vuole rappresentare dunque una risposta organica e risolutiva a questi bisogni. La strategia prescelta accantona definitivamente l’approccio per “compartimenti stagni”, sposando invece una nuova logica, basata sull’analisi dello stato di fatto, sull’ascolto della collettività, sul coordinamento delle attività e quindi sulla combinazione degli effetti. Infine è fondamentale che i patti per la sicurezza prevedano un costante monitoraggio dei risultati da attuarsi con un sistema di verifica periodico.
Il Decreto Legge 14/2017 e gli ambiti di attuazione della sicurezza urbana
In linea generale gli interventi dovranno essere finalizzati alle seguenti attività:
- prevenire e contrastare i fenomeni di criminalità diffusa e predatoria;
- promuovere e tutelare la legalità e la dissuasione di ogni condotta illecita;
- favorire il rispetto del decoro urbano;
- sostenere l’inclusione, la protezione e la solidarietà sociale,
- individuare specifici obiettivi per l’incremento dei servizi di controllo del territorio e per la sua valorizzazione.
Come si rileva da quest’ultimo punto, accanto a interventi di carattere generale, le linee guida prevedono che possano essere definiti anche “patti” con obiettivi specifici, come nel caso di installazione di impianti di videosorveglianza. Senza dubbio tali impianti costituiscono per le Forze di Polizia e per la Polizia Locale degli strumenti altamente efficaci sia nella loro funzione di controllo che in quella di deterrente delle attività illecite. E’ per questo che, oltre a riconoscere l’importanza della messa in opera di nuovi impianti, la nuova norma sottolinea la necessità di aggiornare e implementare quelli esistenti. Proprio a tal fine il Decreto Legge 14/2017 prevede l’attivazione di un Fondo speciale destinato ai Comuni per l’installazione di sistemi di videosorveglianza pari complessivamente a 37 milioni di euro per il triennio 2017-2019.
Le forme di Partenariato pubblico-privato
Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio il decreto prevede che possano essere stipulati accordi, non solo fra enti istituzionali, ma anche fra soggetti pubblici e privati. L’articolo 7 della norma, al comma 1-bis, prevede che “i patti per la sicurezza urbana possano contemplare anche l’avvio di progetti concernenti la messa in opera a carico di privati di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati, dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con l’invio di segnali di allarme alle centrali delle Forze di Polizia o di istituti di vigilanza convenzionati.”
Allo scopo di incentivare la realizzazione di tali progetti il decreto prevede la possibilità che i Comuni applichino delle detrazioni fiscali sull’IMU e sulla TASI per i soggetti privati che contribuiscono finanziariamente alla realizzazione e manutenzione di questi sistemi di videocontrollo integrato.
Il dibattito rimane aperto, ma senza dubbio le Linee guida approvate dalla Conferenza Stato-città, oltre a proporre un nuovo approccio integrato e coordinato alle problematiche legate alla sicurezza urbana, evidenziano come il ricorso alla cosiddetta “videosorveglianza 2.0” sia ormai un fattore imprescindibile per un’efficace vigilanza del territorio.