Il tema della videosorveglianza negli asili, già oggetto di dibattito, è stato riportato alla ribalta nei giorni scorsi dal caso di cronaca avvenuto in provincia di Milano. Un maestro sessantaquattrenne della scuola materna di Pero, è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti aggravati su bambini dai 3 ai 5 anni. L’inchiesta era partita a luglio, dopo la denuncia della mamma di uno dei piccoli che era rientrato a casa da scuola con un braccio rotto. Nei mesi successivi le telecamere nascoste installate dai Carabinieri, hanno ripreso 42 episodi di violenza fisica e psicologica ai danni degli alunni della sezione.
La proposta di Legge
I video, rimbalzati in televisione e su internet, hanno fortemente colpito l’opinione pubblica, rimarcando ancora una volta l’esigenza primaria di proteggere dalla violenza le categorie più deboli come bambini e anziani. Quello di Pero purtroppo è solo l’ultimo di una serie di episodi simili ed è per questo motivo che a fine ottobre è stata approvata dalla Camera la proposta di legge sulla videosorveglianza negli asili e nelle case di cura. Tale proposta, che dispone “Misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso, anche di natura psicologica, in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità e delega al Governo in materia di formazione del personale” dovrebbe seguire l’iter della procedura d’urgenza e trasformarsi in legge a breve.
La previsione è quella di impiegare telecamere a circuito chiuso, le cui registrazioni potranno essere visionate esclusivamente dalle Forze dell’Ordine in seguito ad una denuncia. Per garantire la privacy degli addetti – e soprattutto dei piccoli alunni – la proposta prevede che gli apparecchi siano privi di qualunque possibilità di comunicazione con risorse esterne.
Videosorveglianza e Privacy
La discussione sulla proposta di Legge vede scontrarsi le varie forze politiche, non solo sulla necessità di investire maggiormente nella formazione del personale di sicurezza piuttosto che nell’acquisto di telecamere, ma anche sulla fattibilità economica dell’intervento. Ma al di là dello scontro fra partiti, il tema della videosorveglianza negli asili e nelle case di cura si inserisce a pieno titolo nel dibattito ancora aperto fra bisogno di sicurezza e privacy.
Ne abbiamo già parlato nel post “Sorveglianza cittadina e privacy: gli ultimi orientamenti”, ma oggi affrontiamo la questione da un punto di vista ancor più delicato. In questo caso infatti le esigenze di protezione non sono più semplicemente quelle di una comunità di persone, ma di due categorie particolarmente vulnerabili e indifese: i bambini e gli anziani. Se da un lato dunque a tali soggetti deve essere garantito il diritto alla privacy, dall’altro è inconcepibile che possano essere vittime di violenza proprio in quegli ambienti in cui ci si dovrebbe prendere cura di loro. Per concludere, come abbiamo ribadito già molte volte, noi di Ekotec crediamo che la videosorveglianza non debba essere intesa come la soluzione al problema, ma come uno strumento che, se adeguatamente usato, può concorrere a risolverlo.